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C a t a l o g o
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Recensione |
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Dal romanzo (2001), Premio Campiello, di Diego De Silva, sceneggiato dall'autore e dai registi con Marcello Fois e Ferdinando Vicentini Orgnani. Come Rosario, orfano dodicenne alla periferia di una Napoli innominata, diventa un sicario al servizio della camorra. Aperto da una splendida e metaforica sequenza all'aria aperta, il percorso di questo Bildungsroman in negativo avviene in metropolitana sul filo dei ricordi: al capolinea Rosario scende, esegue il suo omicidio su commissione e va a giocare a pallone. Puntiglioso, nitido nel suo distacco, ma anche coinvolgente, un po' troppo dimostrativo e programmatico, ma sgomitolato in scioltezza con una sagace scansione narrativa, è un'analisi della doppiezza infantile e dell'incapacità di distinguere il bene dal male: le tenere cure per la nonna rimbambita; i rapporti con gli adulti; la scuola della strada. E il primo innamoramento per una ragazza grande. Un'altra sconsolata storia sull'infanzia rapinata. Parlato in un dialetto stretto che qua e là avrebbe avuto bisogno di sottotitoli. 1° premio al festival di Karlovy Vary, Premio Europeo come rivelazione 2004 e 2 Globi d'oro. |
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Ragazzi - Centro di Documentazione Cinematografica sull'Infanzia e
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