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C a t a l o g o
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Recensione |
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Sonia e Bruno – giovani, emarginati, precari alla periferia di Bruxelles – si amano. Lei esce dalla clinica con un maschietto neonato in braccio. Lui, che campa come ladruncolo, glielo vende, ma si mette nei guai con i criminali che fanno da tramite alle adozioni clandestine e poche ore dopo recupera il bambino. È il suo primo gesto di responsabilità e gli costa il carcere, ma lei va a trovarlo. È un finale positivo, non un happy end. 2ª Palma d'oro a Cannes dopo Rosetta (1999) dei due fratelli belgi, cineasti/autori che conciliano l'introspezione dei personaggi col dinamismo dell'azione (nella parte centrale persino con la suspense), la profondità con la concisione, l'attenzione ai dettagli con la sintesi narrativa, la compattezza della struttura con un uso della cinepresa a spalla che sta addosso ai protagonisti per coglierne la fisicità del comportamento, l'importanza espressiva degli oggetti (la carrozzina, lo scooter) con la moralità del racconto.
È anche un racconto di formazione, infatti, il passaggio da un'età all'altra, alimentato dal dolore. Titolo ambivalente: indica il neonato Jimmy o il suo padre immaturo? Senza ideologia né consolazione. Non pietà, ma cognizione e vicinanza. |
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Ragazzi - Centro di Documentazione Cinematografica sull'Infanzia e
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