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C a t a l o g o
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Recensione |
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Scritto da James Carrington e Sadie Jones sulla base di una sceneggiatura di Alberto Lattuada e Ottavio Jemma, dal romanzo Mine Ha-Ha (1903) di Frank Wedekind. Ambientata in Turingia tra l'Ottocento e il Novecento, la storia fa perno su sei sedicenni, ospiti in un lussuoso collegio-scuola dove imparano musica, danza e buone maniere sotto la guida di un'ambigua direttrice. Bloccato ogni contatto con l'esterno, il traguardo per loro è di far parte di un prestigioso balletto. Le apparenze celano un'altra realtà, quella di una prigione in cui l'educazione “fisica” si propone di diventare in ciascuna delle detenute una forma mentis. Lo intuisce Vera (N. Tena), la meno ingenua del gruppo, che paga caro il suo desiderio di capire. Confezione di qualità: scenografia (Dante Ferretti), fotografia (Fabio Zamarion), montaggio (Roberto Perpignani), costumi (Carlo Poggioli). Il difetto è nel manico, nella regia di J. Irvin che passa dal frigido all'estetizzante, dal rozzo al trucido. Girato in inglese. Prodotto dalla Titania di Ida Di Benedetto e di sua figlia Stefania Bifano. |
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Cineteca dei
Ragazzi - Centro di Documentazione Cinematografica sull'Infanzia e
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