Recensione

Uno dei film italiani più belli, originali e meno visti della stagione 2007-08 è la storia di un amore infelice, imperniato su un personaggio femminile di cui è difficile trovare un precedente nel nostro cinema.
Originaria di Split (Spalato) e impregnata di un male oscuro, Mavi investe in auto Teo, studente ebreo di astrofisica, lo soccorre, lo porta in ospedale, gli dona il suo sangue e scompare.
Mesi dopo s'incontrano per caso, si frequentano, si legano, si sposano, mettono al mondo Caterina, litigano, si separano, si rimettono insieme.
Fino a quando? Va via spedito, il film, con bruschi salti temporali e un montaggio stretto, ma non isterico. Non spiega, espone. Ruota intorno all'instabile Mavi, caotica e distruttiva, ma anche vitale, ricca di una generosità che conquista il razionale Teo, ma poi ne sconvolge il bisogno di ordine e tranquillità. Lo obbliga, però, a confrontarsi con i propri limiti, col caos che crea la vita e fa muovere le cose.
La polacca Katarzyna Anna Smutniak, in arte Kasia, non doppiata, ne dà un'interpretazione straordinaria.
Dopo 7 anni inattivi, P. Del Monte, uno dei più interessanti fuori strada del cinema italiano, ritorna con un film a basso costo, avventurosamente prodotto da 3 società, distribuito dalla piccola Teodora di Vieri Razzini. Suggerite con leggerezza precisa, contano anche le figure di contorno. Bastano la morte del padre di Teo nel parco, i rapporti torbidi di Mavi con il suo, l'ambiente in cui lavora il mancino Teo, di cui il teatrante M. Foschi non sbaglia un gesto né un'intonazione, per dire il talento sottovoce del regista. Funzionali la musica di Paolo Silvestri e i costumi di Valentina Stefani. Il mare è quello di Santa Marinella (Roma).