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Rusty il selvaggio

 
 
 

Regista

Francis Ford Coppola  
  Nazionalità Usa  
  Genere Drammatico  
  Anno di produzione 1983  
         
 

Recensione

   
 

Nella Tulsa (Oklahoma) degli anni '60 il sedicenne Rusty (Dillon) vive col padre, avvocato fallito e alcolizzato (un Hopper da Oscar), e sogna di diventare come il fratello maggiore (Rourke), leader del quartiere, eroe solitario a cavallo della sua moto.
Seguito ideale di I ragazzi della 56ª strada e anch'esso tratto dal romanzo di Susan Eloise Hinton, vale il doppio.
Il cuore dell'azione è nel rapporto tra i due fratelli e, a far da contrappunto, nel loro rapporto col padre e nell'assenza della madre, fuggita dieci anni prima.
Coppola ha citato Ejzenštejn e il cinema espressionista tedesco, ma il suo film rimanda soprattutto a Welles, per l'uso del grandangolo, del panfocus, delle carrellate avvolgenti, per quel barocchismo sfrenato e visionario che colloca Welles nella linea espressionistica della storia del cinema.
Qui quel barocchismo espressionistico è forse di maniera, ma di alto livello.
Splendida fotografia in bianco e nero di Stephen H. Burum.
Il titolo originale si riferisce ai “pesci tuono”: quei pesci siamesi che attaccano i loro simili e che, come dice il fratello di Rusty, “non combatterebbero se fossero nel fiume, se avessero più spazio”. La metafora è chiara.

 
 
 
Recensione tratta da Il Morandini 2009
Dizionario dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini
Zanichelli editore
Destinatari

D. 14-18 anni
E. Dai 18 in su

Argomento

Alcool
Identità - Costruzione del sè
Padre

Anno di ambientazione

1960

     
Sesso ed età dei protagonisti

maschio 16 anni

     
Presente in archivio

Si

   

 

 
     
     

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