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C a t a l o g o
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Recensione |
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Rimasto vedovo, Gou-Ichi Tarata ha tagliato i ponti con tutti, compreso il figlio Ken-ichi. Saputo da sua nuora Rie che è all'ospedale per un tumore, lascia il villaggio di pescatori e va a Tokyo dove, però, il figlio rifiuta di vederlo. Su suggerimento di Rie, parte per lo Yunnan nella Cina del sud e porta a termine una ricerca sul folclore musicale che Ken-ichi aveva intrapreso. Durante il lungo viaggio scopre la gentilezza dei cinesi e una dimensione familiare smarrita da tempo. Scritto con Jingshi, ispirandosi alla lontana a un antico classico della narrativa nipponica (Romanzo dei tre regni), nasce da due principali motivi: il desiderio del regista di lavorare col famoso attore giapponese K. Takakura (Yakuza, Black Rain), idolo della sua giovinezza; e l'espediente di raccontare il proprio paese dal punto di vista di uno straniero che non conosce il cinese, e di aggirare così gli eventuali ostacoli della censura patria. Film al maschile, insolito per Z. Yimou, e quieto anche nella contrapposizione tra gli aspetti più grigi della società autoritaria cinese e il peso dei sentimenti, degli affetti, dei rapporti interpersonali. Racconto di formazione affidato alle immagini e ai silenzi più che alle parole. |
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Cineteca dei
Ragazzi - Centro di Documentazione Cinematografica sull'Infanzia e
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