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C a t a l o g o
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Recensione |
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In una casa isolata del North Devon, sulla costa inglese che si affaccia sulla Manica, vive da poco una famiglia londinese: padre, madre e due figli, la diciottenne Jessie e il quindicenne Tom. Assorta nelle cure per la neonata che ha appena messa al mondo, la madre (Swinton) non si accorge – o non vuole vedere? – che il marito (Winstone) abusa della figlia consenziente con dolorosa perversione. Lo sa Tom che nel romanzo (1986), sceneggiato dallo stesso autore Alexander Stuart, è la voce narrante e il testimone dallo sguardo implacabile e morboso. Il memorabile esordio nella regia dell'attore inglese Roth è all'insegna di uno scavo nell'inconscio di cui il nero mare burrascoso e i tetri, selvaggi paesaggi costieri (nel bel Panavision di Seamus McGarney) sono gli invernali emblemi. Scrittura di incandescente concisione, è un film molto fisico dove nessuno è innocente. Non c'è denuncia né indignazione. Persino il giudizio etico appare sospeso. Rimane la compassione per i personaggi i cui interpreti, più che recitare, sono strumenti guidati dalla regia. Anche la musica di Simon Boswell, prevalentemente pianistica, non surroga né ingombra: suggerisce. |
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