Recensione

Figlia di una madre troppo presente e di un padre troppo lontano (ingegnere petrolifero), la sedicenne Melissa s'invaghisce corpo e cuore di Daniele che la umilia, costringendola a fargli un pompino con vista mare.
L'atroce delusione la spinge a un'autodistruttiva esplorazione del mondo sconosciuto delle perversioni sessuali finché incontra l'amore romantico con un compagno di scuola. Castigo finale.
Dal best seller Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (2003) di Melissa P(anarello) – 2 milioni di copie, si dice – preso molto sul serio e sceneggiato da Barbara Alberti, Cristina Farina e dal regista palermitano, è un film che cerca di conciliare la sua sostanza di operazione commerciale (puntata al pubblico adolescente) con le intenzioni moralistiche di un racconto edificante, l'atmosfera morbosetta che vuole solleticare la patta degli spettatori con il falso e ipocrita pudore di un'autocensura clericale.
Oltre a 2 citazioni cinefile (Vestito per uccidere, Velluto blu), l'ambiziosetto L. Guadagnino butta via la scelta giusta della Valverde e guasta il personaggio della nonna anticonformista (G. Chaplin) inesistente nel romanzo.
Coprodotto per l'Italia da Francesca Neri.